La mia finestra

Scivola imperterrito quel suono nelle orecchie, quello scrosciare impudente, quel borbottio continuo sale dalla strada per le finestre ed è come se riempisse la stanza un umido vapore che entra nelle ossa congelandone il midollo. Penso che dovrò murare le finestre, ho una mezza fobia delle frequenze,  quando salgono alte, stridule, devo fumare, e devo farla grossa altrimenti non mi passa. Così il fumo mi aiuta a contrastare quell’ aria aspra e fastidiosa. Mi rilasso di fronte a uno spettacolo unico, la mia stanza diventa uno scenario epico, il grande Madaleine, bardato e profumato come la prima sbattitura, affronta l’aria violenta e ipocrita che intrusa nell’appartamento vorrebbe accaparrarsi le mie attenzioni.  Io me la godo seduto sul divano mentre la lotta imperversa cambiando i colori intorno, si azionano le luci per lo show, una lotta all’ultimo respiro.  Insomma io mi addormento nel più bello e mi perdo tutto, come quasi tutte le sere, penso di essermi coperto e aver abbandonato il mondo,  perchè quei due in fondo quando s’incontrano sono davvero  noiosi, tanto fumo e poi non succede niente, solo scaramucce e qualche sputacchio, non si sentono quelle vibrazioni che coprono ogni altro pensiero,ti gelano e non riesci a pensare mezza cosa alla volta, com’è che la chiamano? paura? farsela sotto? No niente, niente sangue, nessun’arma, neanche violenza verbale, e se poi ne citassi i contenuti, ohi beh, tu sei li e all’inizio ridi, poi non passa più, devo murare quelle finestre! Imperativo!
No non credo lo farò, alla fine mi piace guardare dalla finestra, da qui vedo solo persone, piccole e veloci, camminano in fila sugli spazi predisposti per loro, al centro della via molte bici, qualche macchina piccola che, ogni tanto,  mi smarmitta in faccia e va via. Generalmente turisti, quindi trolley fastidiosi. Non ero abituato a questo suono martellante, è una cosa normale in una citta come questa, gente che va , ritorna e magari non va più via, seh. Non so se andrò mai via da qui, molte volte ho accarezzato l’idea di tornare ad un aria più familiare, magari un briciolo più calda. Una volta ero quasi sull’aereo, sola andata, rotta per casa mia e invece no, son ancora qui consumandomi le scarpe.
Poi ho capito una cosa davvero importante, i muri dopo un po cadono, e sprofondano nel ridicolo il più spesso delle volte, le macerie lasciano feriti e umiliati, non hanno molto senso. Devi essere diplomatico, devi accontentarti del compromesso, sono le linee guida, ma inevitabilmente quando il compromesso va stretto o non è molto gradito si inizia ad intravedere la recinzione salire come un finestrino automatico a sigillare in due le palle degli occhi.
In questo caso basterebbero buone finestre e una bella coperta, ma in altri non vorrei neanche reagire, non vorrei essere chiamato in causa. Io? Perchè io? Non parlavo con voi, non m’interessa, posso tornare al mio silenzio? Stavo giusto andando via...  Questo è il mio amore per l’alienazione, io sto bene in silenzio, godo in silenzio, mi dispiaccio in silenzio e piango spesso così, in tutto e per tutto nel massimo e più ostinato silenzio. Ci son sentimenti troppo difficili da esprimere con le sole parole, molto spesso non bastano e finiamo per fraintendere, odio i fraintendimenti, qualcuno diceva che non bisogna parlare di ciò che non si può. E il mio diaframma lo impedisce, trattiene tutto all’interno e a volte ne fa stillare qualche goccia di vergogna all’esterno, soprattutto quando son così fatto da non poter reggere lo sguardo di un bambino. Chiunque dica di amare la vita spenga il rumore e la rispetti, con il solo silenzio può avere il valore che merita,almeno tre volte al giorno!

Il silenzio ti riempie e ti porta ovunque, puoi essere chiunque nel silenzio, puoi prendere qualsiasi forma, ma la cosa più difficile è ricordare se stessi in tutto quel magico trambusto. Ricordare l’importanza della voce, da usare con parsimonia, nei momenti giusti, è il grimaldello della nostra verità, apre ogni porta, ma dev’essere usato con molta calma e mai ad alte frequenze, la sua vibrazione potrebbe essere devastante per l’ambiente intorno, e li, Madaleine può fare ben poco. Forse l’alienazione non è la tecnica più socialmente accettabile, ma inondati da tutto questo parlottìo, per avvilimento ormai si perde anche il piacere delle chiacchiere e pure quello di giocare. 

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