Si dice che la
notte si fa la storia, fra scatole e robot io non ho memoria.
Mi muovo rimbalzando, sobbalzo cado e mi rialzo ma
continuo a camminare scalzo,non sopporto la paura del ridicolo ma ostinato
ballo con l’odioso pericolo.
Mantenendo faccia scura e occhi chiusi, ballo sopra
i cocci che mi son caduti
Provando ad essere più chiari, toccando terra sentir
tutt’altra cosa,
seguendo l’aria ipnotica che sa come chiamarsi,
lascio i miei occhi sparsi.
Esercizio poetico o prosa, o solo masturbarsi a due
mani come cosa più ambiziosa
come il terreno che cede alle mani si sgretola
geloso, un coniglio
che cerca il suo giaciglio nello stomaco del mostro,
urlando a tutto il mondo di averlo superato bevendo inchiostro e nonostante
tutto non esserne corroso.
La Mona Lisa, la penicillina e la bomba atomica in
un tripudio di ricette
per non aver le scarpe strette, per aver lo sguardo
fisso, attento al compromesso
d’amore o storico è lo stesso, ma stando ben attento
a contenere le manie
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